Pertinace, l’eleganza del Barbaresco tra tradizione vinicola piemontese e paesaggi di rara bellezza

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La cooperativa di Treiso, nelle Langhe del Barbaresco, affonda le proprie radici nella storia e continua ad investire in innovazione e sostenibilità.

Concitazione intorno alla bascula di 1 metro x 80 cm che stenta a contenere le ceste stracolme di uva; l’uva che cade ai lati della bascula, mani esperte che la raccolgono, affaticate dalla vendemmia appena conclusa, ma pronte a intervenire per impilare di nuovo le uve e ridurre il numero delle pesate; veloce il passaggio nella pigiatrice, in un via vai di urgenza, attesa e solidarietà; la misurazione del grado zuccherino con il mostimetro e, a fine giornata, tavoli di legno pieni di cibo a ristorare animi e corpi, e rendere coralmente omaggio ai numi tutelari dell’uva dopo il rito ancestrale della vendemmia.

Siamo nel 1973 a Treiso, nelle Langhe, e la Cantina Vignaioli Elvio Pertinace ha appena concluso la sua prima vendemmia. Gli occhi sono quelli del giovanissimo Cesare Barbero, oggi direttore della Cantina, che accompagna il papà Mario, fondatore e primo presidente, a condividere con gli altri il momento più importante dell’anno e controllare che tutto proceda nel modo giusto. Un vino che, come recita la controetichetta di allora, “non nasce da antichi possedimenti, ma dalla fatica dell’uomo”; e che ha un obiettivo sfidante e doveroso: quello di riscattare il vino di Treiso dallo sfruttamento che in quegli anni, lì come altrove, veniva operato da mediatori in cerca di facili margini: a discapito del vino, del quale, una volta uscito dalla piazza del mercato delle uve di Alba, inevitabilmente si perdevano le tracce.

Una storia, da allora, che meriterebbe più di un capitolo, ma che, volendo passare in un balzo a tempi più recenti, vede nel 2014 l’Unesco riconoscere i paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato come patrimonio mondiale, per l’eccezionale valore universale del paesaggio culturale piemontese; riconoscimento che ha indubbiamente potenziato il richiamo delle eccellenze enologiche del territorio, estendendolo a un turismo più ampio, globale e soprattutto più continuativo nell’arco dell’anno. Se prima i flussi turistici nelle Langhe erano concentrati tra la fine di agosto e novembre, con una prevalenza di vicini di casa svizzeri e tedeschi, oggi – ovviamente Covid a parte – gli arrivi sono distribuiti in tutto l’anno, e vedono un’importante presenza di americani, australiani, giapponesi, nord-europei; fenomeno reso possibile grazie al recente fiorire di strutture di accoglienza e incentivato dalla presenza di una dozzina di ristoranti stellati.

Pertinace, a partire dal nome, mutuato dal condottiero e imperatore romano Publio Elvio Pertinace, che ha avuto i natali dove sorge la cantina, è dal 1973 testimone di un attaccamento alla terra e alla tradizione che non ha mai fatto concessioni a mode e tendenze. Sul piano tecnico Pertinace ha sviluppato uno stile di vinificazione e di invecchiamento che è rimasto fedele alla botte grande, anche nel momento in cui, su quelle colline, hanno spirato forte i venti di barrique.

Treiso fa parte, insieme a Barbaresco, Neive e San Rocco Seno d’Elvio, dei 4 comuni del Barbaresco DOCG; da qualche anno il disciplinare ha introdotto le Menzioni Geografiche Aggiuntive, microterritori a cui si può aggiungere il nome del vigneto, tra i quali Castellizzano, Marcarini e Nervo, ben rappresentati nella gamma di Pertinace.

Oggi la Cantina rappresenta 20 soci, per 110 ettari di filari che si snodano regolari tra le colline delle Langhe, e produce grandi Barbaresco DOCG nel rispetto della tradizione, con una capacità di invecchiamento che raggiunge i 40 anni, come testimoniano alcune magnum del 1982 custodite, ma non gelosamente, in cantina.

Un vino, il Barbaresco, che per karma deve sempre fare i conti con l’altra espressione del Nebbiolo, il Barolo, rispetto al quale, senza nulla togliere al c.d. “Re dei vini”, emerge tuttavia per finezza, eleganza, e grande abbinabilità.

Completano la gamma Nebbiolo DOC, in versione Langhe e d’Alba,  Dolcetto DOC e Barbera d’Alba DOC, ma anche Moscato d’Asti e Barbera d’Asti DOC.

800.000 bottiglie, per una gamma che comprende una linea per la GDO e una linea per l’Horeca, per un mercato di destinazione prevalentemente interno, ma con ottime aperture sul fronte USA, Nord Europa, Corea e Giappone.

Oggi cantina Pertinace è impegnata da un lato sul fronte degli ammodernamenti in linea con Industria 4.0, per integrare nuove tecnologie produttive, efficientare il confezionamento, digitalizzare la cantina e garantire la tracciabilità dei prodotti; dall’altro, nel mantenere ed estendere il proprio approccio alla qualità: dopo la certificazione, nel 2018, secondo il protocollo SQNPI (Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata), quest’anno è uscito il suo primo Barbaresco (2018) sostenibile.

Pertinace sperimenta anche sul fronte delle aggregazioni: fa parte di The Wine Net, Rete di aziende che aggrega alcune tra le primarie cooperative vitivinicole italiane, condividendo strategie commerciali e di internazionalizzazione.

Diversi quindi, e tutti strategici, gli ambiti nei quali Pertinace ha scelto di sperimentare e di innovare: nient’affatto scontato, per una realtà che ha scelto e dimostrato di voler rimanere saldamente legata alla tradizione.