Sergio Bucci: L’importanza della cooperazione

Intervista a Sergio Bucci, Direttore della Cantina Vignaioli del Morellino di Scansano

Dal vostro osservatorio privilegiato quale è la situazione attuale del Morellino di Scansano, una delle docg toscane che ha conosciuto un lungo periodo di successo e notorietà?

Negli ultimi tre anni si denota un incremento di interesse nel mercato interno, sia nell’horeca che nella distribuzione organizzata, mentre persistono le difficoltà sul fronte export dove il Morellino non è un vino ancora ben conosciuto. A livello di prezzi lo sfuso, grazie anche alla scarsa produzione 2017, mantiene quotazioni importanti, mediamente intorno ai 2,30 euro litro; invece le bottiglie segnano un leggero incremento dei prezzi al consumo.

Quale è il vostro ruolo nell’economia vitivinicola nel territorio che rappresentate?

Il ruolo della nostra cooperativa è fondamentale per la denominazione: riusciamo a commercializzare oltre il 95% di prodotto in bottiglia e a dare così valore aggiunto al vino e al territorio. La cantina si è recentemente ampliata e dotata di strutture pensate per ospitare enoturisti per degustazioni e vendita diretta. Questo è un valore per un territorio dove non ci sono molte strutture dotate di una ricettività.

Altro dato importante: distribuiamo ai 160 soci oltre 4,5 milioni di utili l’anno e diamo lavoro a 26 dipendenti.

Quali sono, dal vostro punto di vista, i punti di forza della cooperazione nel settore vitivinicolo italiano e nel territorio in cui siete presenti?

La cooperazione, se ben gestita, ha solo punti di forza. A partire dalla vigna, chi lavora pochi ettari lo fa con risorse familiari e con l’attenzione che si dedica ad un giardino, non con “squadroni” di operai a cottimo. La tempistica di esecuzione dei lavori sulle viti è un altro punto a favore dei piccoli appezzamenti, e vale anche per la prontezza e la qualità nella raccolta delle uve.

Una cooperativa può contare su vigneti distribuiti su un ampio territorio, dunque eventi negativi estesi in alcune zone, non precluderanno di avere uve di ottima qualità in altre. Una cooperativa può fare investimenti che produttori più piccoli non possono permettersi di fare e in una cooperativa nessuno ha interesse a prendere scorciatoie commerciali o operative. La vera e unica difficoltà è trasmettere questi valori ai propri soci, coltivare il senso di appartenenza e far sentire tutti parte integrante del gruppo. La Cantina del Morellino di Scansano sta avendo successo perché è riuscita in questo importante obiettivo.

Quali sono le principali problematiche che oggi incontrate sul mercato italiano e su quelli internazionali?
Le maggiori problematiche che incontriamo nel mercato interno sono legate alle proposte di alcuni imbottigliatori, che talvolta usano il Morellino come leva per vendere altro, e deprezzano il prodotto. Altre difficoltà ce le creiamo tra produttori, andandoci a fare concorrenza tra noi quando oggi la vera concorrenza non è tra Morellino e Morellino ma tra Morellino e resto del mondo (o quasi).

Sul mercato estero paghiamo il fatto di non essere riusciti a fine anni Novanta a fornire abbastanza Morellino per l’enorme richiesta che c’era e a distribuirlo su più Paesi. Oggi se si escludono alcuni Paesi centro e nord europei, è difficile che si conosca questo vino e risulta più facile proporre Sangiovese o altri brand toscani più conosciuti.

Quali sono gli obiettivi che vi siete dati decidendo di entrare all’interno della rete The Wine Net?

The Wine Net non è altro che una logica evoluzione della cooperazione, come è strutturata oggi. La collaborazione si eleva di livello e va a toccare temi diversi, non più di sola produzione ma di confronto, commercializzazione, promozione, divulgazione, sempre con lo scopo di ottenere maggiori risultati ottimizzando gli investimenti, che non è altro che lo scopo di base di una cooperativa.